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MIRANDA MAGISTRELLI

 

Un piccolo fiore non può essere quello che non è, e non è una questione d’ amore.

 

La passione per l'arte di Miranda Magistrelli mi é da tempo familiare e ciò mi induce a esprimere un giudizio più che favorevole sull'opera sua, condotta con tanto amore. La maturità dell'artista dalle analisi delle sue sognate composizioni siano esse di soggetto floreale o nature morte, paesaggio o figure. Miranda si accosta all'arte con animo sensibile e personalità. 

I suoi dipinti sono elaborati con un linguaggio sicuro, colori festosi, spirito romantico, a volte soffuso di malinconia; ma sempre con sincera dedizione, forte senso emotivo e un sottile filo di poesia. 

Francesco G. Rinone (pittore vercellese 1901-1985)

Nei secoli passati, in quello appena trascorso e forse ancora oggi, alle donne è stato spesso chiesto di essere prima un’altra cosa che se stesse. E’ stato chiesto loro di essere spose, madri, infermiere, casalinghe che avessero cura della casa e delle persone che in essa abitavano, è stato chiesto loro di essere le custodi emotive di mariti e figli. Dal dopoguerra in poi è stato chiesto loro di lavorare, e di diventare quelle specie di “animali da corsa”, che ancora oggi popolano le strade soprattutto davanti alle scuole e agli uffici.

Quando sei donna ti capita spesso la sensazione di “non avere altra scelta” e che scegliere o non scegliere sia un lusso che può costare molto caro a te e a coloro a cui vuoi bene.

Miranda Magistrelli era un’artista, possedeva dentro di sé una sorta di “fuoco sacro” che la accompagnò tutta la vita. Come molte donne fece scelte che le valsero l’amore della grande famiglia in cui era cresciuta, ma in lei c’era di più, un’urgenza emotiva che la portava a penetrare il mondo con i suoi grandi occhi verdi, in lei c’era una visione differente, una necessità creativa, o meglio creatrice che la portò, nonostante gli impegni familiari, a coltivare sempre l’arte, la poesia e la cultura.

Così, come molte donne artiste prima di lei, Miranda si ritagliò spazi sempre più grandi in cui esprimere la propria intelligenza e la propria sensibilità: dipinse meravigliosi fiori, paesaggi, ritratti e nudi di donna, forse per indagare nel profondo quell’ essenza femminile che, dentro se stessa, cercò sempre di armonizzare. Ebbe un senso lirico ed elegiaco del dipingere: talvolta venate di tristezza, le sue forme sono costruite con i colori perfettamente accordati, il disegno è appena suggerito anche nelle figure, dove prevalgono i toni caldi.

Era una donna intelligente Miranda, con una cultura pittorica che emerge nel suo lavoro, guidato da Francesco Rinone che lei volle come suo maestro. Come molte donne si dedicò alla pittura di fiori, ritrovando in essi quella bellezza e quella fragilità che le erano proprie, li considerò quasi creature a lei affini e, recuperandone quel senso di vanitas che talvolta sentiva nella sua stessa vita, li rivestì di colori sontuosi sempre così perfettamente calibrati da ingannarci, da farci pensare a giardini gioiosi vitali e non a trionfi raccolti un momento prima di decadere. 

I fiori ci parlano della sua vita, offrono piccoli scorci della sua casa, un mondo domestico nel quale volle eccellere partecipando a premi ed esposizioni durante tutta la sua vita, perché per Miranda Magistrelli essere artista non fu una scelta, era la sua natura che emerse feconda anche nelle poesie. 

Come per molte artiste forse inizialmente la sua natura non venne compresa fino in fondo, ma quello che di lei scrive la sua famiglia dimostra che venne considerata sempre una creatura speciale, capace di

portare gioia nella vita di chi la conobbe, trasformando la sua vena malinconica in un mondo dove il colore e il calore, la simpatia e l’empatia seppero prevalere sul dolore. 

“Miranda Magistrelli fu una donna molto bella, capelli biondi e grandi occhi verdi con i quali cercava di penetrare il mondo per capirne “la dolorosa bellezza”

Era una persona molto intelligente, colta con grandi abilità matematiche e linguistiche. Amava molto la lettura e le piaceva confrontarsi per approfondire le tematiche di libri e romanzi.

La pittura era da sempre la sua passione; anche da bambina preferiva disegnare e dipingere che giocare con la sorella minore che non capiva i suoi silenzi o il suo “assentarsi” dal mondo nel tentativo di catturare un colore, una luce da bloccare sul foglio o scrivere una frase o una poesia, sua altra passione.

Era appassionata, curiosa, desiderosa di conoscenza, simpatica ed empatica, ma in fondo alla sua anima c’era una tristezza che ogni tanto la faceva chiudere in sé stessa. Amava sperimentare le differenti tecniche pittoriche e i soggetti da rappresentare. Frequentava i circoli culturali della città ed un gruppo di pittori/artisti.

Ha partecipato a molte mostre locali e nazionali aggiudicandosi riconoscimenti e premi, ma non ha mai commercializzato le sue opere perché, in fondo erano le sue creature, il suo mondo, la sua terapia per affrontare la vita.”

Così scrive di lei la nipote Lucia, che condivide la passione che la zia ebbe per l’arte, ed io, che di Miranda Magistrelli ho conosciuto solo le opere e le poesie, non posso che rimanerne affascinata e coinvolta.

Raffaella Silbernagl, Ottobre 2016

LA MEDEA BEATRICE

Volti di donne, sontuosi corpi nudi, morbidi e teneri incarnati, Miranda Magistrelli é stata

anche interprete del mondo femminile. Nelle donne cercava un tipo ideale in cui identificarsi, pur essendo una donna bellissima, forse la sua intelligenza la faceva sentire inadeguata in un mondo, quello dell’Italia postbellica, in cui la donna aveva un ruolo ancora marginale.

Forse per questo Miranda assemblava occhi, naso, bocche, seni delle sue modelle per creare una donna ideale, una donna che bastasse al suo mondo, che fosse di più di quello che lei riusciva ad essere. La donna, fragile e forte, come l’artista la descrive nella poesia “Maternità”, ha avuto nel tempo due fondamentali e opposti modi di essere considerata.

Il mondo greco dipingeva la donna come una creatura soggetta ad istinti estremamente passionali, primordiali, uterini, difficili da gestire. Per questo le donne venivano relegate e protette dentro le loro case e solo in poche occasioni potevano uscire, erano creature di puro istinto. Medea, Deianira, Clitemnestra, le baccanti, ma anche Antigone sono un esempio della condotta estrema delle donne nel mondo greco, personificazion di un pregiudizio che da Macbeth in poi ha attraversato i secoli fino ad oggi, laddove le donne ancora non sono solo considerate più deboli ma anche isteriche e quasi incapaci di intendere e di volere. D’altro canto le donne, Dante e Manzoni ne sono la prova, sono anche state considerate dalla cultura trobadorica in poi, come portatrici di ordine e saggezza, come coloro che sono capaci di mitigare gli istinti bellicosi degli uomini attraverso la sensibilità, la comprensione e l’amore.

Ad un certo punto della storia umana, il mondo femminile esce dal caos e diventa il simbolo stesso dell’ordine. Così spesso nel mondo del lavoro le donne sono considerate più collaborative e capaci di alleviare i contrasti, più concilianti per così dire, anche se nella mia esperienza non ho trovato molti riscontri rispetto a questo positivo “pregiudizio”.

Ho sempre considerato questo duplice modo di guardare l’universo femminile estremamente interessante, in realtà, é l’inafferrabilità a diventare dualismo, contrasto tra gli opposti. Quale donna può negare di essere al tempo stesso debole e forte, dolce e aggressiva, santa e strega, casta e sensuale, ordine e caos.

L’ambivalenza domina il mondo femminile e ambivalenti sono le donne di Miranda Magistrelli. Talvolta voluttuose, nei loro sguardi di sfida e nelle loro vesti eleganti, talvolta dolci dipinte con mazzi di fiori: il mistero femminile non sfuggiva all’artista che ne viveva alcuni aspetti drammatici come l’estrema malinconia, la capacità di vivere emozioni che

la travolgevano, e che le causavano grande sofferenza, eppure nei suoi testi, nei suoi quadri, troviamo la bellezza dei piccoli momenti quotidiani legati ai fiori, ai paesaggi e alla cura della casa mentre le sue emozioni scaturivano come musica nei dipinti astratti, momenti emozionali ed onirici.

Le donne che dipinse furono tante, modelli per se stessa, una donna che si sentiva fragile ma che ha avuto la forza di resistere alla tristezza per una vita intera, una donna che dipingeva donne per trovare il suo Io in un mondo che non riconobbe mai un ruolo adeguato alla sua intelligenza e alla sua sensibilità. Miranda visse fuori dal suo tempo,

forse per questo ha voluto consegnare alla storia così tante immagini di donna Per chiudere mi piace citare i suoi versi…

                                                       Raffaella Silbernagl, 8 Marzo 2017

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